Strategie di Gioco Essenziali Guida ai Giochi da Casinò Popolari

Il Blackjack, noto anche come “21”, è un gioco di carte che fa uso di mazzi francesi. Per vincere, i giocatori devono cercare di raggiungere il valore nominale di 21 evitando di sballare, superando sia l’avversario che il croupier. Quest’ultimo, infatti, assume un ruolo attivo, e rappresenta colui che è destinato a chiudere la mano. Il Blackjack concede ai giocatori la possibilità di controllare totalmente il risultato della propria mano. Questo considerando, comunque, come sia la mano del banco a determinare chi vinca la mano stessa. Il gioco in oggetto si presta a diverse strategie Blackjack casinò, sia di base che avanzate, di cui parleremo nelle righe a venire.

Come accennato all’inizio saper gestire il bankroll può esser una prima strategia utile a innalzare le probabilità di vincita. Ogni giocatore dovrebbe presentarsi a ciascuna cessione di gioco con una somma di denaro reale congrua agli obiettivi prefissati. In questo modo si ritaglierà la possibilità di accrescere le cifre vinte grazie alle carte giuste. Trovarsi a scommettere 30€ ogni mano avendo solo un bankroll di 100€ per l’intera sessione significa avere grandi possibilità di esaurire il budget, visto lo spread eccessivamente basso tra la singola puntata e l’importo disponibile.

Fondamentale, nel Blackjack, è anche capire quando “stare” e quando richiedere nuove carte. La regola prevede che un giocatore decida di stare ogni volta che avrà in mano un punteggio dal 17 in su. Questo indipendentemente dal fatto che il dealer possegga un 10 o un Asso. Chiedere una carta vorrebbe dire nella maggior parte dei casi sballare, ossia ottenere un risultato superiore a 21. Se la somma delle carte in mano è inferiore a 16, invece, la situazione cambia, in quanto il dealer non ha l’obbligo di richiedere una carta ulteriore. In particolare, se il punteggio del giocatore è 11, chiedere una carta è imperativo, perché non è comunque possibile sballare.

Quando si parla di conteggio delle carte nel Blackjack, si fa riferimento a una strategia che non si limita al conteggio delle carte già uscite, ponendosi l’obiettivo di prevedere quale sia la prossima carta destinata a uscire. Questo consente di decidere con più consapevolezza la mossa da fare. Tra le diverse modalità per conteggiare le carte, quello base è il sistema Hi Lo.

Si tratta di un sistema matematico destinato ad assegnare un valore prestabilito alle carte svelate. Lo schema impiegato vede il valore 1 associato alle carte dal 2 al 6, il valore 0 a quelle tra il 7 e il 9 e un valore di -1 alle carte dal 10 in avanti, inclusi assi e figure. Se dopo alcuni minuti di gioco il conteggio delle carte uscite adottando tale sistema sarà pari a +15, questo svela che all’interno del mazzo sono presenti ancora carte di valore piuttosto alto. Altro sistema per conteggiare le carte, probabilmente il più semplice da usare, è chiamato KO. Se il meccanismo di base non presenza differente con l’ Hi Lo, a cambiare è il fatto che la carta numero 7 assume valore di 1 e non 0. Il conteggio, prevedendo solo due carte con valore 0 (8 e 9) è maggiormente gestibile da chi ha poca esperienza.

Un’altra strategia avanzata consiste nell’effettuare scommesse laterali o secondarie, affiancabili a quelle principali. Le “side bets” sono concordate tra giocatore e dealer. Il primo dovrà provare a prevedere anticipatamente quali saranno le carte a uscire dal mazzo per essere distribuite.

Indipendentemente dalla variante di poker presa in considerazione, l’obiettivo che si prefigge il giocatore è ottenere la combinazione di carte migliore prendendo in considerazione una determinata scala di valori. Nel Texas Hold’em a vincere è il piatto che presenta la migliore combinazione di 5 carte (con le 2 carte personali e le 5 comuni). Nell’Omaha, invece, a vincere è la combinazione che fa uso, obbligatoriamente, di 2 delle 4 carte personali e di 3 di quelle comuni). La versione 7 Card Stud premia chi ottiene la combinazione migliore formata da 5 delle 7 carte distribuite a ciascun giocatore. In merito alle mani vincenti, partendo dalla più forte, l’ordine è il seguente: “Scala reale”, “Scala a colore”, “Poker”, “Full”, “Colore”, “Scala”, “Tris”, “Doppia coppia”, “Coppia” e “Carta alta”.

Prendendo in esame il Texas Hold’em, ossia la versione di poker oggi più diffusa, la posizione dei giocatori al tavolo deve essere valutata a seconda di quella assunta dal mazziere. Come avviene anche nell’Omaha, il ruolo assunto dalla posizione è di grande importanza, ed è basato sul fatto che i giri di puntate vengono effettuati in senso orario. Prima del cosiddetto “flop” chi si trova in posizione di “small blind” e “big blind” godono del vantaggio di muoversi per ultimi. Dal secondo giro di puntate in poi, quindi dopo il flop, è lo “small blind” ad assumere la peggiore posizione. Per quale motivo? Perché sarà il primo chiamato ad agire. Esaminando le mani di partenza nel Texas Hold’em, le due migliori sono costituite da “A-A” e “K-K”: in molte occasioni, infatti, non hanno bisogno di essere migliorate grazie al “board” per aggiudicarsi il piatto. Una buona mano iniziale è anche quella che vede apparire “Q-Q”, “J-J” e “A-K” (quindi Asso e Re).

Per avere successo nel poker, come ben sanno i giocatori che hanno una certa esperienza in materia, è indispensabile sia adottare strategie Poker casinò che essere in grado di leggere le mosse degli altri partecipanti al gioco, sapendole interpretare. Qualunque dettaglio, a partire dalle puntate effettuate al tempo necessario agli avversari per fare una mossa, assume importanza. Procedendo con la mano, all’aumentare delle mosse compiute, si avranno più indizi a disposizione per ragionare sul range e sulle carte potenzialmente nelle mani dei partecipanti al tavolo. Già dal primo punto è utile osservare le dimensioni delle puntate, porre attenzione al modo di condurre le mani forti e deboli e gli importi delle giocate in situazioni differenti.

Chi ha una certa esperienza è consapevole anche di come bluffare possa destabilizzare gli avversari, portandoli a compiere errori evitabili. Il bluff non dovrebbe essere considerato un atto d’eroismo, ma una componente stessa del gioco. Meglio giocare al Poker Cash o dedicarsi ai tornei? Scegliendo la prima opzione, è possibile lasciare il tavolo, reale o virtuale, senza dover rispettare alcun vincolo di tempo. É anche possibile effettuare il “rebuy” e procedere ad acquistare nuove chip ogni volta che lo si desidera. Il costo del “blind”, inoltre, non varia nel corso del gioco.

In genere, il Poker Cash richiede maggiore abilità, ma il gioco tende a ripetere se stesso senza modifiche. Passando ai tornei, ogni giocatore rimane in gioco fino a quando ha delle fiches a disposizione. Le regole non ammettono rebuy, a meno che questi siano espressamente previsti. I “blind” sono destinati a crescere nel tempo, e ciò si verifica all’aumentare dei livelli. Rispetto al gioco cash, prendere parte a un torneo richiede più tempo, e il gioco non si ripete uguale a se stesso.