Il decreto proposto prevede un cambiamento nelle concessioni e nelle tariffe di licenza per il gioco online, oltre a nuove misure contro il gioco illegale. Il ministero ritiene che il costo delle concessioni per il gioco d’azzardo online sia stato finora troppo basso e propone un nuovo modello in cui le concessioni costerebbero 7 milioni di euro, venti volte l’importo medio pagato dagli operatori per le loro attuali concessioni.
Sarà imposto un limite di cinque licenze per ogni società operatrice per evitare la pratica di siti web multipli che vendono i prodotti di un singolo concessionario, una pratica criticata dall’ADM, l’ente regolatore. Il governo potrebbe aggiungere una tassa di adeguamento annuale basata sul 2% dei ricavi lordi online. Per ora, il decreto non propone cambiamenti fiscali.
Creazione di un Consiglio Pubblico del Gioco d’Azzardo
Il decreto raccomanderà anche la creazione di un Consiglio Pubblico del Gioco d’Azzardo, che monitorerà l’attività di gioco e proporrà misure di sicurezza. Gli enti governativi saranno incaricati di rafforzare i controlli per combattere il gioco d’azzardo illegale. Il ministero afferma che il testo completo del decreto preliminare sarà presentato al primo ministro Giorgia Meloni insieme alla Legge di Bilancio per il 2024.
Separatamente dalla revisione del gioco d’azzardo online, l’Italia sta procedendo con la riorganizzazione del gioco d’azzardo terrestre nel paese. Ciò include una maggiore standardizzazione delle regole tra le diverse regioni.
Nel frattempo, l’Associazione Europea dei Giochi e delle Scommesse (EGBA) ha chiesto all’Italia di rivedere il suo divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo, seguendo le segnalazioni sull’attività del mercato nero. Questa richiesta arriva dopo che il giornale italiano La Gazzetta dello Sport ha riportato stime secondo cui gli italiani piazzano scommesse per 25 miliardi di euro ogni anno con operatori non autorizzati. Del totale delle spese, si stima che 18,5 miliardi di euro siano stati spesi con siti di gioco d’azzardo senza licenza.